giovedì 11 marzo 2010

COMUNICATO STAMPA DEL 9 MARZO 2010

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La sezione bolognese di “Italia Nostra” richiama i punti affrontati nella conferenza stampa di questa mattina, e in particolare:

1) No al Civis, pedonalizziamo il centro storico. L’approvazione da parte degli organi ministeriali (Soprintendenze e Direzione Regionale) del passaggio del Civis nel cuore più fragile del centro storico ha sancito la resa dell’impegno per la salvaguardia del patrimonio artistico bolognese agli interessi speculativi delle imprese costruttrici.
___Richiamandosi all’art. 10, comma 4, lett. g del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (2004), ai sensi del quale sono beni culturali da tutelarsi “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico”, Italia Nostra depreca la mancata attenzione delle Soprintendenze alla propria primaria funzione istituzionale.
___Un auspicato ed ormai indifferibile ripensamento dell’intero problema della mobilità cittadina non potrà che passare attraverso la pedonalizzazione del centro storico, e in particolare dell’area circostante le Due Torri, il maggior simbolo cittadino, attualmente ridotto a pericoloso e congestionato spartitraffico in palese violazione dell’art. 20 dello stesso Codice (“I beni culturali non possono essere […] adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”).
Va ricordato che la trasgressione di questa norma è sanzionata penalmente dall’articolo 170 dello stesso Codice.

2) No alla trasformazione in albergo di lusso della Maternità.
La decisione, già resa nota da parte della Provincia, di porre in vendita, in accordo col Comune, l’ex-convento di San Procolo in via d’Azeglio 56 (ex-Maternità), per farne un albergo “di lusso”, destinando il verde di pertinenza, per sua natura inedificabile, alla costruzione di una struttura per l’infanzia, contrasta con la normativa del Codice dei Beni Culturali, come da modifica del 2008 (art. 10, comma 3, lett. d), che individua come oggetto di tutela “le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose”.
La storia dell’edificio, da monastero benedettino a istituto assistenziale, fulcro della vita sociale di una parte importante della città, è tale da avvalorare, al di là del suo altissimo pregio artistico, tale significato appunto “identitario” del bene, così da invalidare il parere impropriamente favorevole emesso dagli organi ministeriali.

3) No alle serrande dipinte, fonte di degrado.
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Una sciagurata convenzione tra Comune e Alma Mater incentiva l’intervento di sedicenti “artisti” sulle serrande dei negozi del centro storico. Oltre a non eliminare il problema dei graffiti, tale iniziativa interviene arbitrariamente sull’aspetto degli edifici storici e contribuisce al degrado della città.

Su queste problematiche, che “Italia Nostra” intende proporre all’attenzione del Commissario Anna Maria Cancellieri, sono intervenuti l’architetto e urbanista Pier Luigi Cervellati, il consulente legale di Italia Nostra avv. Giulio Volpe, l’ex-Soprintendente per i Beni Artistici di Bologna dr.ssa Jadranka Bentini e il Consigliere Nazionale di Italia Nostra dott. Maria Pia Guermandi.


Il Presidente della Sezione di Bologna
di “Italia Nostra”
Prof. Daniele Benati
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